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Cronaca

Monti nomina De Gennaro sottosegretario ai Servizi segreti

Il reggino Gianni De Gennaro è stato nominato sottosegretario di Governo, autorità delegata all’intelligence in Italia. Gianni De Gennaro abbandona il suo ruolo di capo del Dipartimento informazioni per la sicurezza. Secondo la normativa in vigore in materia d’intelligence l’autorità eletta ha come funzione principale quella di informare il premier sullo svolgimento delle funzioni a lui conferite; inoltre sarà membro del Comitato interministeriale per la sicurezza della stessa Repubblica; presiederà il Collegio composto dai vertici del Dis, dell’Aise per gli Esteri e dell’Aisi per la sicurezza interna. De Gennaro, investito dalle cariche onorifiche di commendatore e Grande ufficiale, ha lavorato con Giovanni Falcone, protagonista anche lui della lotta contro la mafia, ha organizzato tra l’altro l’estradizione di Tommaso Buscetta, il primo pentito di Cosa Nostra. Inoltre, è stato uno dei primi direttori della Dia; capo della Criminalpol dal 1994 al 2000; in seguito è stato ai vertici della Polizia di Stato dal 2000 al 2007; per poi essere nominato capo di gabinetto del Ministero dell’Interno guidato da Giuliano Amato.

Nel 2008 ricoprì l’incarico di commissario straordinario in seguito all’emergenza rifiuti in Campania, e nello stesso anno prese in carico la direzione del Dis. Una carriera che stando agli incarichi svolti si dimostra alquanto prestigiosa, se non fosse presente una macchia nera: la gestione dell’ordine pubblico durante il G8 di Genova in cui morì Carlo Giuliani, De Gennaro in quella circostanza era capo della Polizia. Il pm chiese per lui due anni di reclusione, accusandolo d’istigazione alla falsa testimonianza. Secondo l’accusa De Gennaro avrebbe convinto il questore di Genova, Francesco Colucci, a dichiarare il falso agli uominini della Diaz. De Gennaro è stato assolto in primo grado, ma in seconda istanza venne condannato ad un anno e quattro mesi; infine è stato prosciolto dall’accusa d’istigazione alla falsa testimonianza dalla Sesta sezione penale della Corte di Cassazione perché “i fatti non sussistono”.

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