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Ancora scosse di terremoto nell’area del Pollino

L’area del Pollino, al confine tra Calabria e Basilicata, da mesi è interessata da un continuo sciame sismico che ha registrato nell’ultimo anno circa 550 scosse. Per fortuna si è trattato di scosse di bassa e media intensità, infatti le più preoccupanti si sono avvertite proprio stamattina tra le ore 3.06 e le 3.32 registrando una magnitudo 4.3 e 3.2, sono seguite nelle ore successive altre piccole scosse. Il sisma è stato avvertito con maggiore intensità tra Castrovillari, Morano e Fascineto; solo a Morano si sono rilevati dei danni: il campanile della chiesa della Maddalena ha subito la caduta di frammenti del cornicione e si è formata una crepa su una delle colonne, le scuole sono rimaste chiuse, a scopo precauzionale, in attesa delle verifiche di staticità. Questo costante ripetersi dei fenomeni sismici alimenta gli allarmismi e la paura delle popolazioni locali che vivono uno stato di preoccupazione da diversi mesi, allarmati da queste ripetute scosse. La paura ha portato molte persone, stamane, a riversarsi in strada temendo possibili crolli, infatti, anche dopo la scossa più forte, molti hanno preferito passare la notte all’aperto.

Non solo il Pollino è stato interessato dallo sciame sismico in questi ultimi periodi, dal momento che anche nell’area meridionale della provincia di Cosenza (che comprende, lo stesso capoluogo, ed i comuni di San Fili, San Marco Argentano, Rende, San Vincenzo La Costa, Montalto Uffugo, Lattarico e Cavallerizzo di Cerzeto) si sono verificate frequenti scosse. Secondo quanto dichiarato dal geologo del Cnr, Carlo Tansi, responsabile scientifico del progetto Amamir (Azioni di monitoraggio avanzato per la mitigazione del rischio idrogeologico), “la Calabria è attraversata da un sistema di faglie in piena attività che si sviluppa dalla valle del Crati, passa per lo Stretto di Messina e termina nella Sicilia orientale. Una di queste faglie, responsabile della quasi totalità dei terremoti che hanno colpito la Calabria in epoca storica, si estende per circa 30 chilometri tra San Fili e San Marco Argentano sviluppandosi a una profondità di una decina di chilometri”. Tansi, inoltre, sostiene che proprio questa faglia ha originato numerosi terremoti nel corso dei secoli: da quello del 1184 che ha fatto diverse vittime nell’area della valle del Crati; al terremoto del 20 febbraio 1980 che ha allarmato i cosentini; al sisma del 20 dicembre 1987 avvertito ancora una volta a Cosenza; ed infine il recente sciame sismico che da mesi si registra nell’area del Pollino.

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